Si dice sempre che gli uomini piangano meno delle donne, ma è davvero così? E se sì, è tutta una questione culturale o c’è dell’altro?
Nell’immaginario collettivo l’uomo forte e virile è quello che “non deve chiedere mai“. In altre parole, sono gli altri a dover accontentare e assecondare i suoi desideri senza che lui abbia perfino il tempo di formularli nella propria mente. Ovviamente tale visione ha dei retaggi culturali e patriarcali in cui l’uomo, il mos maiurom, era al centro tanto della propria famiglia quanto della società in cui viveva che era a misura dei bisogni maschili.
Tuttavia uno stereotipo del genere col tempo ha mostrato tutti i suoi limiti e storture. Anche l’uomo, infatti, è stato vittima di un concetto così totalizzante, da non ammettere variazioni sul tema e questo perché spesso e volentieri la matrice culturale del pensiero patriarcale si è fusa con quella sociale ed economica.
Giusto per rendere l’idea, in un contesto sociale degradato e periferico, un uomo che piange è considerato poco virile non solo per i motivi spiegati prima, ma perché la mancanza di benessere economico non permette di pensare ad altro se non trovare un modo per arrivare a fine mese. In altre parole non c’è tempo per le emozioni, a differenza dei Paesi e dei ceti più benestanti che possono permettersi di essere vulnerabili e fragili senza paura di mostrare le proprie emozioni.
Davvero gli uomini piangono meno delle donne? È tutta colpa della biologia!
La questione, lo capiamo bene, è molto complessa e intricata. Tuttavia, ci sarebbe anche una ragione biologica dietro e che ha una sua valenza e importanza non da poco. Nello specifico, infatti, gli uomini piangerebbero meno delle donne proprio per la loro conformazione fisica.
L’ormone testosterone prettamente tipico degli individui di sesso maschile, infatti, può inibire il pianto impedendo così alle lacrime di scendere anche se ci si sente particolarmente tristi o nostalgici. La prolattina, invece, al contrario facilita il pianto ed è presente a livelli più alti nelle donne il che spiegherebbe il loro “pianto facile” anche nelle situazioni a prima vista più improbabili.
A prescindere dai fattori culturali e biologici però, è indubbio che piangere faccia bene perché ci consente molto semplicemente di buttare fuori tutte le emozioni negative e tossiche tanto per la nostra anima quanto per il nostro corpo. Trovare una valvola di sfogo nel pianto, infatti, è fondamentale per scaricare tutta la tensione accumulatasi.