In questo articolo parleremo dei vantaggi, ma anche degli svantaggi, del quoziente familiare per le famiglie rispetto all’ISEE.
Il quoziente familiare è un indicatore che si calcola dividendo per il numero dei componenti il reddito totale della famiglia.
Questo indicatore tiene conto solo del reddito e non del patrimonio della famiglia, a differenza dell’ISEE.
Secondo Claudio Durigon, la Legge di Bilancio 2024 prevede che il quoziente familiare permetta a chi ha più figli di pagare meno tasse. La riforma prevede di dividere il reddito familiare per un coefficiente dipendente dal numero dei componenti, corretto per una scala di equivalenza.
Il risultato è la base imponibile su cui vengono applicate le aliquote Irpef, moltiplicate per il numero dei componenti familiari. I coefficienti assegnati variano a seconda della situazione, ad esempio 1 per single o vedove/i con almeno un figlio a carico, 2 per coppie sposate o conviventi, 0,5 per primo e secondo figlio, 1 per ogni figlio dopo il secondo, 0,5 per genitori soli con almeno un figlio a carico, e 4 in presenza di terzo figlio o figli disabili a carico.
L’ipotesi di riforma dell’IRPEF prevede l’introduzione del quoziente familiare come metodo di tassazione.
Questo sistema calcolerebbe le tasse in base al reddito familiare complessivo diviso per il numero di componenti della famiglia. Il quoziente familiare favorirebbe le famiglie numerose e potrebbe essere considerato un incentivo alla natalità. Il reddito familiare sarebbe tassato per quote, sommando i redditi del nucleo familiare e dividendo la cifra ottenuta per un numero di parti attribuito a ciascun componente. Per quanto riguarda il calcolo, si inizia dividendo il reddito complessivo familiare per il numero di parti, ottenendo così il reddito a base di calcolo della tassazione.
Successivamente, vengono applicate le aliquote dell’Irpef sul reddito medio della famiglia e moltiplicate per il numero di componenti della famiglia.
Vengono forniti i coefficienti assegnati a ciascun membro del nucleo familiare, che variano in base alla situazione familiare e al numero di figli a carico. A partire dal terzo figlio o in presenza di figli disabili a carico, il quoziente cambia e può arrivare fino a un massimo di 4.Il vantaggio maggiore di queste riduzioni fiscali dovrebbe essere dato alle famiglie con molti figli. Ciò perché l’applicazione delle aliquote progressive avviene sul reddito medio pro-capite, che è inferiore al reddito di ogni componente delle famiglie.
Prevedere una riduzione delle aliquote e una no-tax area per gli scaglioni più bassi potrebbe essere una scelta equa e strategica per il futuro. Il sistema di calcolo delle quote basato sull’ISEE presenta alcune criticità, in quanto dovrebbe essere uno strumento di assistenza sociale indipendente dal reddito familiare. La proposta è di introdurre incentivi per le famiglie indipendentemente dal reddito e di garantire agevolazioni anche a chi non ha una famiglia numerosa.
Inoltre, il sistema attuale penalizza le famiglie con pochi figli a carico e quelle monoreddito. L’introduzione del quoziente familiare potrebbe svantaggiare le famiglie a basso reddito e favorire quelle con redditi più alti.
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