Si avvicina il pagamento della rata più alta per le persone fisiche: quella di novembre, comprensiva dell’acconto 2023. Quali modalità occorre seguire
Per molti lavoratori e pensionati, questi ultimi mesi, tra vacanze e ripresa delle attività, rappresentano mesi di attesa. L’oggetto riguarda la dichiarazione dei redditi, ma non certo dal punto di vista dell’iter di presentazione. Quest’ultimo è oramai chiuso e assimilato (eccetto che per i casi di eccezionale irregolarità). I contribuenti sono sostanzialmente in attesa dei crediti di imposta, ossia i rimborsi derivanti dalla detrazione delle spese o dalla restituzione di somme eccedenti dichiarate l’anno precedente.
Alcuni soggetti interessati hanno trovato la loro quota in busta paga o nei cedolini pensionistici Inps, mentre per altri, il tempo delle restituzioni può prolungarsi fino alla fine di novembre. Al contrario, alcun “tempo morto” caratterizza invece i pagamenti scaturiti dai calcoli seguiti alla presentazione; in altre parole, il dovuto mensile, prodotto dalla rateazione dell’Irpef.
Anche nel corso dei mesi estivi, per i contribuenti che hanno richiesto la dilazione dell’importo complessivo, non vi è stata alcuna pausa circa i versamenti. Tutto sommato, le cifre a cui si è dovuto far fronte nel corso dell’estate sono state prevedibilmente sostenibili. La ragione sta nel fatto che per tre-quattro rate (a seconda del momento di presentazione del modello 730) saldate fino a questo momento, la competenza è rappresentato dal solo saldo delle tasse per l’anno di competenza 2022.
Ancora per il mese di ottobre, si procederà a versare la quota inerente all’anno precedente. Dopodiché, con l’affacciarsi del mese di novembre si dovrà affrontare la rata “mostro”. Ai codici tributo relativi al saldo, infatti, si aggiungono nel modello 730 anche quelli inerenti alla rata di acconto, che può essere la seconda oppure l’unica rata.
Si tratta dell’acconto Irpef, come altrimenti l’acconto della cedolare secca. Tale acconto è a carico dei soggetti che versano contributi in relazione al regime forfettario, e di coloro che applicano gli Isa; per questo versamento, il modello in uso è Redditi Pf. Le medesime modalità di pagamento si estendono a tutti i contribuenti che non abbiano sostituti d’imposta.
In virtù delle minori entrate, i contribuenti che nell’anno precedente hanno versato somme poi rivelatesi in eccedenza, possono inoltrare la richiesta di riduzione, oppure, quando è possibile, di azzeramento dello stesso acconto. Insomma, essi possono compensare con i precedenti pagamenti. Idem può avvenire nel caso di un contratto di affitto con cedolare secca: il versamento di oneri deducibili o spese detraibili più alte, potrebbe anche annullare l’imposta dell’anno dopo. La riduzione dell’acconto può essere richiesta entro il prossimo 10 ottobre.
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