Pessime notizie sul fronte delle pensioni: dal prossimo anno previste ingenti perdite ogni mese. Ecco cosa cambierà.
Le pensioni continuano a far discutere e preoccupare. Il 2024 non sarà un anno positivo per i pensionati che subiranno perdite mese dopo mese. In questo articolo vi spieghiamo tutto nei dettagli.
Con l’approvazione della Nadef- la nota di aggiornamento al documento di economia e Finanza- lo scorso 27 settembre, è stato chiarito un punto: il Governo Meloni per il 2024 potrà disporre di 15 miliardi di euro in meno rispetto al 2023. A pagare il prezzo più alto saranno i pensionati. Non solo non si farà la riforma delle pensioni per superare la legge Fornero ma gli assegni previdenziali, nel 2024, potrebbero subire penalizzazioni. Le priorità dell’Esecutivo sembrano essere altre. Certamente non meno importanti. Il Governo Meloni ora è concentrato sull’abbassamento delle percentuali Irpef e sul taglio del cuneo fiscale in modo da aumentare gli stipendi. Del resto tutto non si può fare, lo sapevamo già.
Le speranze di milioni di pensionati dovranno scontrarsi con la mancanza di risorse finanziarie sufficienti. Il 2023 è stato un anno ricco: il 2024 non sarà così.
Il 2023 era iniziato benissimo con la rivalutazione delle pensioni portata fino all’8,1% a cui si è aggiunta un’ulteriore rivalutazione riservata alle pensioni minime, cioè quelle fino a 563,74 euro al mese. Queste ultime sono state rivalutate dell’1,5% per chi ha meno di 75 anni e del 6,4% per chi ha già compiuto 75 anni. I pensionati over 75,in pratica, sono passati da 563,74 euro al mese a 600.
Purtroppo il 2024 non potrà seguire questo trend perché, come visto, il Governo potrà disporre di 15 miliardi di euro in meno per la legge di Bilancio. Pertanto la percentuale di rivalutazione delle pensioni non potrà superare il 5,7%. Non solo: la rivalutazione al 100% dell’inflazione sarà applicata solo agli assegni fino a 4 volte il trattamento minimo e andrà via via a scendere per le pensioni più alte. Anche l’indicizzazione delle pensioni minime dovrebbe fermarsi al 2,7%: niente mille euro al mese come promesso da Forza Italia, quindi. Si prevede che le minime arriveranno al massimo a 670 euro.
Brutte notizie anche per quanto riguarda le uscite anticipate. Quota 41 costa troppo e, dunque, resta nel cassetto. Riconfermata Quota 103 ma l’assegno previdenziale non potrà superare il quintuplo dell’importo delle pensioni minime. Riconfermata anche Ape sociale che potrebbe assorbire anche Opzione donna. Quest’ultima misura di prepensionamento potrebbe diventare Ape donna. In pratica le donne potranno andare in pensione a 61-62 anni con 30 anni di contributi. L’opzione resterebbe riservata solo a caregiver, disabili con un’invalidità pari o superiore al 74%, disoccupate e dipendenti di aziende in crisi. Come con Ape sociale, anche con Ape donna l’assegno previdenziale non potrà mai superare 1500 euro al mese e non saranno previste né la tredicesima né la quattordicesima né la rivalutazione annuale.
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